Si sente parlare spesso, negli ultimi tempi, di intelligenza artificiale.
L' AI sta avendo un impatto significativo nell’industria musicale da diversi punti di vista.
Ma di cosa si tratta esattamente?
Come ho scritto ironicamente nel sottotitolo non si tratta di un argomento nuovo.
Il termine "intelligenza artificiale" è stato coniato nel 1956 da John McCarthy, Marvin Minsky e altri ricercatori che volevano sviluppare programmi informatici in grado di imitare la capacità umana di pensare e risolvere problemi.
Ad oggi, L' AI trova applicazione in diversi ambiti e settori, tra cui:
Automazione industriale: l'AI viene utilizzata per ottimizzare i processi di produzione e automatizzare le attività che richiedono intervento umano.
Assistenza sanitaria: l'AI viene utilizzata per l'analisi dei dati medici, la diagnosi di malattie e la creazione di piani di trattamento personalizzati.
Finanza: l'AI viene utilizzata per l'analisi dei dati finanziari, la prevenzione delle frodi e la gestione degli investimenti.
Trasporti: l'AI viene utilizzata per migliorare la gestione del traffico, la sicurezza stradale e la guida autonoma.
Commercio: l'AI viene utilizzata per l'analisi dei dati di vendita e di marketing, la personalizzazione dell'esperienza di acquisto e la previsione della domanda dei clienti.
Servizi pubblici: l'AI viene utilizzata per migliorare l'efficienza dei servizi pubblici, ad esempio nella gestione dei rifiuti o nell'elaborazione dei documenti governativi.
Gioco: l'AI viene utilizzata per migliorare l'intelligenza artificiale dei personaggi non giocanti (NPC) e per creare giochi più realistici e coinvolgenti.
Ovviamente l’intelligenza artificiale trova spazio anche nella musica.
E su questo punto , da adesso, focalizzeremo la nostra attenzione.
Un esempio tra i più eclatanti degli ultimi mesi è stato l’uscita dell’inedito dei Queen, Face It Alone.
Il brano è stato fortuitamente ritrovato dalla band e grazie ad ottimi ingegneri del suono è stata resa possibile la pubblicazione.
Gli stessi, attraverso un evoluto software che riesce a riconoscere e separare voci e, negli ultimi mesi, anche strumenti musicali, sono riusciti a recuperare la voce dell’immortale Freddie Mercury consegnando ai fan un gioiello che, fino a poco tempo fa, sarebbe stato considerato perso per sempre.
Un caso simile o addirittura più complesso quello di Get Back, il documentario sui Beatles che racconta i ventuno giorni delle fasi di registrazione per l'incisione dell'album "Let It Be", che culmina con l'esibizione del celebre concerto sul tetto della Apple Corps.
In questo caso, gli algoritmi deep learning hanno permesso ai “fab four” di Liverpool di apparire nel documentario come se fosse stato girato oggi.
Magicamente, le voci di John Lennon e Paul McCartney sono cristalline.
La chitarra di George Harrison apprezzabile in ogni suo armonico, i tamburi di Ringo Starr suonano alla perfezione.
Pure le conversazioni dello staff e dei componenti dei Beatles nel corso delle sessioni di registrazione del 1969 possono oggi essere ascoltati da chiunque.
Le immagini video sono in 4K.
La sensazione è che siano state girate da pochi giorni, rendendo il tutto assolutamente incredibile.
Questo è stato possibile grazie all’intelligenza artificiale.
Nella post-produzione del documentario, l'equipe ha utilizzato tecniche di intelligenza artificiale per restaurare le immagini filmate durante le sessioni di registrazione dei Beatles del 1969.
Oggi, grazie all’intelligenza artificiale, è possibile scorporare da un brano in wave o mp3 (quindi dal master) ogni singolo strumento. Ci sono diversi software (ad esempio Spectralayers della Steinberg) e varie app o siti online che permettono di farlo.
(Creerò più avanti un altro post focalizzato su questo aspetto).
Ecco… se ci riferiamo a queste situazioni sicuramente l’AI ci sta dando delle soluzioni che erano impensabili fino a pochi mesi fa.
Se hai bisogno di un approccio professionale per restaurare vecchi filmati o vecchie registrazioni non esitare a contattarci.
Circuiti Sonori dispone di software autenticato e professionisti in grado di farlo per te. Dalle vecchie registrazioni in contesti familiari alle nuove acquisizioni audio/video che non si sentono bene.
In conclusione occorre fare una piccola riflessione.
L’anima commerciale di diverse aziende sembra aver preso la palla in balzo per spacciare tutto come “AI”.
Molti software audio e video continuano a fare il loro lavoro di sempre, da almeno dieci anni a questa parte, attraverso risorse e plug-in spacciati come “AI”.
Stesso discorso per programmi di grafica. Non c’è granché di nuovo nell’elaborazione di foto attraverso degli input inserito dall’utente.
Elaborazioni matematiche alle quali, probabilmente, non eravamo molto abituati.
Sicuramente un importante passo avanti per la tecnologia, per i musicisti e per i creativi in generale.
Ma, dal punto di vista dell’autenticità, un pericolo concreto da non sottovalutare.
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